Condizione: Nuovo
Codice: 06830
Piemonte: viaggio foto ferroviario nel passato Autore: Renato Cesa De Marchi Formato: 24x28 cm Pagine: 368 389 fotografie, 21 riproduzioni di orari
Recensione: È impossibile riassumere in poche righe le opere di Renato Cesa De Marchi; bisogna assaporarle pagina per pagina, fotografia per fotografia, particolare per particolare, scoprendo elementi di archeologia ferroviaria e sociale, anche grazie alle corpose didascalie che dicono molto di più di quanto si può semplicemente vedere guardando le fotografie. Il libro è diviso in sette parti, ognuna aperta da un testo introduttivo che subito lascia spazio alle immagini. Il primo capitolo, dedicato alla "Regal Torino... Porta Nuova...", è un libro nel libro, che tratteggia perfettamente la storica transizione dalla trifase alla continua del nodo piemontese avvenuta in quegli anni. Il capitolo successivo è dedicato alla stazione di Porta Susa dove, tra splendide fumate e scorci di storia, compare anche la locomotiva Diesel D.461.1001 "Cocò"; tocca poi a un viaggio sulla Torino–Bardonecchia nel periodo 1958-63, tra binari di salvamento e rifornitori d'acqua per locomotive... elettriche! "Le ultime glorie del vapore" descrive invece il servizio internazionale del Diretto Torino–Arona, con le sue 640 e un macchinista che non sopportava il disonore della "gobba"! Sulla Biella–Santhià vediamo fra l'altro una 940 titolare di un treno misto in composizione "da plastico" e una doppia trazione di 743 (di cui una intercalata), con tanto di giratura in due tempi sulla piccola piattaforma da 9,5 m. Gli ultimi due capitoli sono dedicati alla Canavesana, con le sue adorabili T 3, e all'Airasca–Saluzzo–Cuneo, la "Pedemontana decaduta" regno delle 880 e delle vecchie "littorine" ALn 40. È tutto un mondo ormai perduto, fatto di rotabili scomparsi (S.685, D.461, ALTn 444...), di vecchi segnali ad ala e apparati a leve e chiavi con manovra a doppio filo (come quello dell'immagine che chiude il libro, in cui la fredda tecnica è addolcita dalla figura di un bambino che, incuriosito, guarda di nascosto il fotografo) e di particolarità tecniche (E.626 navetta, E.636 con striscianti allargati per la linea aerea ex trifase, le accortezze necessarie nelle doppie trazioni miste...) che sono anch'esse soltanto storia. E in fondo l'unica cosa di cui forse si sente la mancanza è una cartina geografica del Piemonte ferroviario, che avrebbe agevolato a inquadrare le località così sapientemente descritte, integrando i numerosi orari ferroviari d'epoca riprodotti. Stampato su carta patinata pesante e rilegato con copertina rigida plastificata.