Dai Rapidi alle Frecce 1° Volume
I TRENI PER SERVIZI DI LUSSO E ALTA VELOCITÀ DELLE FERROVIE DELLO STATO
DI FULVIO MASSA
288 pagine, formato 30x24 cm, con oltre 400 foto in b/n e a colori, molte inedite, carta patinata opaca da 200 grammi, copertina cartonata con sovracopertina, nella consueta qualità
Prende corpo negli anni Trenta del secolo scorso l’idea totalmente innovativa delle FS di un mezzo leggero a trazione elettrica per i treni rapidi sulla dorsale Roma-Milano. Dalla Breda di Sesto San Giovanni esce l’ETR 200, chiamato Elettrotreno, affiancato sulle altre relazioni principali da automotrici elettriche ALe 40, e termicheALn 40, nonchè dall’Autotreno Fiat. Nell’immediato dopoguerra venne concepito l’ETR 300 “Settebello”, un treno prestigioso, unico al mondo, seguito dall’ETR 250 “Arlecchino”; nell’ambito della trazione termica l’automotrice ALtn 444 “Belvedere” costituì un unicum quasi incredibile per il lusso del suo allestimento interno, e pochi anni dopo le FS entrarono nel progetto europeo del TEE con il celeberrimo “binato” (ALn 442+ALn 448), anch’esso frutto dell’estro e dell’inventiva della Breda. Ma la leggenda e la tradizione italiane non si fermarono più; arrivarono le ALe 601 con le composizioni di elettromotrici e rimorchiate, seguite a metà degli anni Settanta da un progetto innovativo e tecnologicamente avanzato destinato a fare scuola nel mondo: il “Pendolino” ETR 401 realizzato dalla Fiat nello stabilimento di Savigliano, che aprì la strada ai famosi ETR 450 di serie. Questi chiudono la grande storia della trazione elettrica in corrente continua nell’ambito dei mezzi leggeri adibiti a servizi rapidi. La prima parte di questa trattazione si chiude con una carrellata sui rotabili preservati da Fondazione FS, che ha avviato uno straordinario piano di restauro e ripristino per riportare in ordine di marcia un esemplare di ciascuno di questi rotabili: treni che hanno fatto la storia della Ferrovia Italiana, che vanno guardati con sentimento di ammirazione e rispetto per i tecnici, le maestranze ed i ferrovieri che hanno creato questa leggenda.