Condizione: Nuovo
Codice: 31949
Storia del nodo ferroviario internazionale di Tirano e della Ferrovia Alta Valtellina (29 giugno 1902 - 29 marzo 1970) Autore: Claudio Pedrazzini Editore: CFB, Musil, Trenidicarta Formato 17 x 24 cm, 480 pagine
Prefazione Guido Magenta Chi prende in mano questo libro, sia che lo stia sfogliando sul banco del libraio o che ne intraprenda la lettura avendolo acquistato, ha certamente dato un’occhiata all’elenco dei libri di Claudio Pedrazzini, con cui si apre il volume. L’elenco ci dice molto sull’Autore: la sua vastissima cultura che gli permette di trattare i rotabili, le linee, le vicende dei protagonisti che fecero la storia ferroviaria in Italia, la sua capacità di unire in un racconto le nozioni tecniche e il contesto storico in cui la tecnologia ferroviaria si tradusse in concrete realizzazioni e come queste sono nate e si sono sviluppate nel tempo, sono state dismesse o sono migrate in virtù del continuo progresso tecnico o delle prevalenti vicende storiche. In altre parole i libri di Pedrazzini rappresentano una sorta di antologia di storia Italiana, in cui il fil rouge del tema ferroviario propone al lettore un accrescimento, talvolta inaspettato, delle proprie conoscenze di storia patria. Questo libro non fa eccezione: infatti non mancano altre pubblicazioni che, trattando della ferrovia della Valtellina, ne illustrano le vicende tecniche, sicuramente importanti nella storia ferroviaria d’Italia, ma trascurano il contesto storico e geografico che comprende il grande tema delle comunicazioni attraverso le Alpi. Pedrazzini affronta l’argomento a tutto campo accompagnando il lettore in una vicenda che trae le sue origini ancor prima dei Romani ed è destinata a finire mai: le Alpi sono state da sempre un ostacolo da superare nei collegamenti tra la Pianura Padana e il Nord Europa e, nello stesso tempo, hanno offerto e offrono un ventaglio di soluzioni, cioè di itinerari, ognuno dei quali presenta vantaggi e svantaggi, la cui valutazione ha sempre comportato lunghissime discussioni, contrapposti interessi nazionali e sovranazionali, difficilissime e spesso impossibili decisioni. La Valtellina, incuneata in tutta la sua lunghezza nelle Alpi, è coinvolta in questo scenario e in particolare per le ipotesi di qualificarsi quale itinerario di avvicinamento nel versante Sud per il superamento, con trafori o meno, dello Spluga, del Lucomagno e del Septimer: tre soluzioni storicamente scartate a favore del Gottardo e del Sempione e che hanno, come lucidamente ci racconta Pedrazzini, condizionato la storia ferroviaria Valtellinese. Lunga fu la vicenda della ferrovia da Milano a Tirano, iniziata con il primo tratto tra Milano e Monza nel 1840 e conclusa con la Sondrio - Tirano del 1902: in mezzo stanno tutte le vicende legate ai finanziamenti erogati prioritariamente altrove, alle difficoltà tecniche del tracciato tra Lecco e Colico, alle contrastanti esigenze anche tra le comunità economiche della Valle. Leggendo tutto questo colgo dal chiaro racconto di Pedrazzini alcuni spunti, tra i tantissimi: il concetto ottocentesco dei Laghi come poli di traffico, l’ipotesi di una ferrovia Fell per lo Spluga (come fu realizzata per il Fréjus), l’ipotesi di una ferrovia economica tra Colico e Sondrio, in pratica un tram a vapore a scartamento ridotto con un tracciato in parte sulla sede dell’esistente strada. Il libro si conclude con un racconto, con lo stile di un romanzo storico, delle vicende degli ultimi anni della F.A.V., cioè della società privata che ha gestito la Sondrio - Tirano e della più recente vita della tratta ora gestita dalle Ferrovie dello Stato. Il tutto è una piacevole lettura che, data la varietà dei contenuti, accontenta sicuramente un’ampia gamma di lettori, ognuno con i suoi differenti e personali interessi culturali. Luglio 2019